Intervista (poco formale) a Michele Bosco, neo-vincitore dei Campionati Italiani Senior, nonché (ormai storico) Direttore del Golf Club Riviera. “Il mio sogno? L’Europa”
Avverto un briciolo di responsabilità. Ho infatti il compito, per certi versi anche invidiabile, di scrivere la prima intervista (ndr, ne seguiranno diverse, nelle prossime settimane) che il Comitato Regionale ha deciso di effettuare a chi si è distinto in gare e manifestazioni di rilievo regionale e nazionale e a coloro che, a vario titolo, lavorano tutti i giorni per i nostri circoli e per il bene (e il futuro) del golf.
“Michele, cominciamo da te, se sei d’accordo”.
Michele Bosco, che annuisce sorridente, è quel ragazzino di cinquant’anni che, pochi giorni fa, sui green del Golf Club Verona, si è laureato campione italiano senior, sfidando una concorrenza da brividi.
“Cinquanta, ho detto bene”?
“Magari… sono 56, caro Filippo”
Faccio fatica a rispettare quella regola che impone il Lei, nelle interviste. Ci conosciamo da tanto tempo, siamo entrambi ormai golfisti di lunga data.
“Ci diamo del Tu, se sei d’accordo”, azzardo.
“E me lo chiedi anche, quante volte ci siamo incrociati per anni sui campi da Golf”?
Bene, il tee shot è andato.
“Michele, da dove cominciamo?
“Se vuoi dalla 18”.
“Ma come? Dalla fine”?
“Sì, perché finalmente ci sono arrivato in pieno controllo con cinque colpi di vantaggio, quindi ero abbastanza sereno. Vuoi la verità? Mi passavano tante cose per la testa, ma quella costante e stata il ricordo di Orietta Barocci, socia del Riviera Golf, che ci ha lasciato il giorno dell’inizio della gara. Sapendo che non sarei riuscito a partecipare al funerale ho messo anima e corpo per cercare di vincere. Sono fiero di esserci riuscito. Ho dedicato a lei la vittoria”
“La domanda è d’obbligo. Che effetto ti fa essere diventato campione italiano”?
“Vincere un titolo Italiano è sempre una grande emozione”.
“Tra l’altro, leggo di tre giri regolarissimi”
“Sì assolutamente tre giri molto solidi, con tanti birdie e tanti bogey ma Verona, come ben sai, è un campo tosto. Non puoi permetterti cali di concentrazione”.
“Pensa che il Golf Club Verona lo lego a un ricordo non piacevole. Play -out dei Campionati italiani under 18, era l’estate 2007, dopo il drive in pista, feci un brutto secondo e quindi tre putt alla buca uno. Uscii subito. Il mio avversario invece giocò il ferro 2 dal tee per avere un secondo colpo più pieno (e più semplice). È una mia curiosità: hai giocato anche tu il drive alla uno”?
“Sì, ho sempre giocato il Drive e, per fortuna, ho sempre centrato il fairway. Come secondo mi lasciavo sempre un colpo pieno, con il cinquanta gradi”.
“Bene, dalla diciotto, a ritroso, siamo approdati alla uno. Una domanda sulle altre sedici. Il campo come lo hai trovato? Meraviglioso vero”?
“Verona e un campo che mi piace, molto tecnico e difficile con green veramente complicati e pieni di pendenze. Un plauso va sicuramente ai green keeper, perché le condizioni del percorso erano veramente superlative”.
“Non è la prima volta che vinci un campionato italiano, o sbaglio”?
“Non sbagli. Nel 2023 ho vinto i Campionati Mid amateur con un finale da cardiopalma. Ricordo che feci un quadruplo bogey alla diciassette e il mio più diretto inseguitore, alla stessa buca, siglò un triplo bogey. Insomma, non proprio un gran golf! Vinsi al play-off, con un bel birdie”.
“Senti, la leggenda narra che il golf sia, per te, una conoscenza non recente ma neanche troppo lontana nel tempo. È così”?
“Proprio così. Vengo dal Tennis. Mi sono avvicinato al golf intorno ai trent’anni, ma ho cominciato a ottenere i primi risultati intorno al 2010. Ti posso dire una cosa forse controcorrente”?
“Come no …”
“Dietro a questa vittoria, e ad altre che ho ottenuto negli ultimi tempi, ci sono tante sconfitte e parecchi momenti di sconforto. Ne approfitto per rivolgermi ai giovani: per vincere, prima bisogna imparare a saper perdere. Per chi ha conosciuto la delusione sportiva, il successo è ancora più di soddisfazione”.
“Sei un ottimo golfista, questo è indubbio. Ma sei anche Direttore del Golf Riviera, una splendida realtà a San Giovanni in Marignano. Come vanno le cose in Romagna”?
“Il periodo è positivo. Il Riviera Golf sta vivendo un ottimo percorso di crescita soprattutto dopo lo stop forzato dovuto al Covid. Dal 2021 siamo in forte e costante crescita di fatturato: pensa che nel giro di pochi anni siamo passati da 220 tesserati a più di 350”.
“Approfitto della tua esperienza e competenza per chiederti come vedi il movimento golfistico italiano. È in crescita”?
“Tutti dobbiamo rimboccarci le maniche e darci da fare. Credo che si debba lavorare tanto sull’accoglienza di nuovi potenziali giocatori, rendendo l’approccio al golf più semplice. Insomma, meno barriere all’ingresso”.
“Diffido sempre dalle ricette semplici. Dimmi però una cosa di cui il golf, secondo te, ha un bisogno estremo”
“Bambini e giovani. Sono il nostro presente e il nostro futuro”.
“Sogni nel cassetto?
“Mi piacerebbe ‘graffiare’ anche a livello internazionale. A breve, giocherò i campionati europei individuali e vincerli sarebbe, davvero, coronare un sogno. Ti sei però dimenticato di chiedermi come è andata la gara nazionale a Modena…”
“Non mi dire”
“Appena quattro giorni dopo i Campionati nazionali senior ho giocato il “Città di Modena”: anche in quell’occasione ho espresso un buon golf, chiudendo la gara con un punteggio sotto il par del campo e vincendola al play -off contro Diego Danzi, un giovane brillantissimo a cui auguro veramente tutta la fortuna del mondo”.
“Michele, abbiamo finito”
“Quando si parla di golf potrei stare qui ore”
“Il tempo è tiranno e poi devi allenarti”.
“Allora ti aspetto alla buca uno di Riviera per una sfida”.
“Sì ma quanti colpi mi concedi”?
“Un Mulligan in diciotto buche. Non di più”.
“Grazie, Michele. Ho come la sensazione che ti intervisterò ancora”.
“Fammi andare a puttare allora che lì sono veramente scarso …”
Filippo Maggi